Giovedì, 25 maggio 2023 Elena D’Orlando, professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato dell'Università di Udine, ha tenuto una relazione d’ospite sul regionalismo italiano e le sue sfide attuali nell’ambito della lezione di diritto costituzionale della prof.ssa Esther Happacher.
Nella sua relazione, la prof.ssa D’Orlando ha ampiamente esposto il sistema del regionalismo italiano e la sua innata asimmetria. Partendo dalla differenza tra federalismo (e con il suo esempio più noto, gli Stati Uniti) e regionalismo, la relazione si è poi concentrata sulle Regioni italiane, speciali ed ordinarie. Quest’ultime sono state “create a tavolino”, e quindi non preesistevano all’avvenimento della Repubblica (diversa è, p.es., la situazione in Spagna). La Costituzione del ’48 ha dato luogo ad un regionalismo uniforme, senza spazi significativi di differenziazione. Diversa è la situazione delle Regioni speciali, per le quali i costituenti presero atto delle condizioni particolari sul territorio. Il punto di forza di quest’ultime sta nel fatto che il contenuto dei loro statuti è protetto dalla forza di una legge costituzionale. Questo comporta però anche, e in questo si può intravedere una certa debolezza, che per la loro modifica deve essere avviata la procedura legislativa prevista aggravata per le leggi costituzionali. Per questo, molte Regioni speciali non intraprendono questa via, per paura di un risultato non voluto, malgrado l’opportunità di una modifica. Un ribaltamento di prospettiva in materia di competenze regionali è avvenuto con la riforma costituzionale del 2001, che ha creato per la prima volta competenze “esclusive” (ovvero residuali) anche per le Regioni ordinarie. Da tenersi in considerazione è anche la questione del regionalismo differenziato (anche se è preferibile il termine “regionalismo ponderato”), ipotesi regolata dall’art. 116, c. 3 della Costituzione. Ad oggi, nessuna Regione ha fatto uso di questa possibilità, anche perché mancava una cornice di attivazione, ossia una disciplina di principio di questi processi. Questo è parzialmente cambiato con la legge di bilancio del 2023 che ha dato indicazioni importanti, tali da creare la possibilità di mettere in moto la procedura necessaria.
©Sophie Mair