This is a cache of https://www.uibk.ac.at/de/italienisches-recht/news/ne-bis-in-idem-penale/. It is a snapshot of the page at 2024-11-29T21:46:06.052+0100.
Il principio del ne bis in idem in matière pénale: punti fermi e nuovi orizzonti nel dialogo tra Corti – Universität Innsbruck
Gastvortrag Eduardo Caparro

Il principio del ne bis in idem in matière pénale: punti fermi e nuovi orizzonti nel dialogo tra Corti

Gastvortrag ● Relazione ospite

„Il principio del ne bis in idem in matière pénale: punti fermi e nuovi orizzonti nel dialogo tra Corti “

Luca Carraro
Dipartimento di Diritto Pubblico, Internazionale e Comunitario Università degli Studi di Padova

 

Rapporto sull’intervento da parte del relatore ospite Luca Carraro il 30.03.2023

Luca Carraro, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Diritto Pubblico, Internazionale e Comunitario Università degli Studi di Padova, il 30 marzo 2023 ha tenuto una relazione all’Università di Innsbruck nell’ambito delle lezioni di Diritto Penale e di Procedura Penale della prof.ssa Margareth Helfer.

Durante questa interessante relazione Luca Carraro ha illustrato le due sfaccettature del principio del ne bis in idem, inteso quindi sia nella sua valenza sostanziale che in quella processuale.

Come è stato esposto dal relatore, il principio del ne bis in idem sostanziale si esplica nel divieto di una condanna (e di sanzione) per lo stesso fatto, mentre il ne bis in idem nella sua accezione processuale è da intendersi nel divieto dell’apertura e celebrazione di un secondo processo in seguito ad un primo processo sul medesimo fatto già conclusosi in via definitiva.

Luca Carraro ha rimarcato come l’operare di due fattori, dicasi l’espansione del concetto di materia penale e il sistema sanzionatorio a doppio binario, ha fatto in modo che la problematica dell’operatività ne bis in idem si accentuasse.

In Italia, non esiste alcuna disposizione che faccia esplicito riferimento al ne bis in idem sostanziale, mentre il ne bis in idem processuale è sancito dall’art. 649 del c.p.p. Per evitare che si incorra in una duplicazione del processo e del carattere sanzionatorio, è quindi necessario tenere conto di quanto affermato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea a riguardo. Basandosi su due disposizioni normative differenti – l’art. 4 del Protocollo addizionale n. 7 alla CEDU e l’art. 50 della Carta di Nizza – le Corti rivendicano una propria autonomia d’interpretazione e giungono a due diverse accezioni del ne bis in idem.

Percorrendo le tappe giurisprudenziali della Corte europea dei diritti dell’uomo, Luca Carraro ha registrato che essa interpreta oggi questo principio alla luce dei cd. criteri “Engel” (quanto al presupposto della matiére pènale) e del criterio della “close connection”(quanto la ne bis in idem). A differenza della giurisprudenza di questa Corte, la quale ha delineato il ne bis in idem in statuti a volte più, a volte meno forti, la Corte di giustizia dell’Unione Europea riconosce il ne bis in idem, in modo lineare rispetto alle sue pronunce precedenti, in una lettura fortemente sostanziale. Tuttavia, come è stato messo in evidenza da Luca Carraro, il criterio che accomuna i punti di vista divergenti delle due Corti è il criterio della proporzione.

A seguito dell’esposizione di queste letture differenti, il relatore si è altresì soffermato sul recepimento interno del concetto del ne bis in idem, il quale, dopo essere stato molto cauto, è caratterizzato da un sistema di tutela integrata dei diversi criteri, delineando quindi una tutela incentrata sull’“et-et”, piuttosto che sull’”aut-aut”.

Luca Carraro ha concluso il suo intervento ribadendo l’importanza nell’intendere il ne bis in idem come principio e il criterio della proporzione come un suo principio derivato. In questo modo viene tutelato in primis il ne bis in idem sostanziale e, conseguentemente, anche il ne bis in idem processuale.

Alla fine della sua chiara e informativa relazione, Luca Carraro ha risposto esaustivamente alle domande che gli sono state rivolte.

Bericht zum Gastvortrag von Luca Carraro am 30.03.2023

Am 30. März 2023 hielt Luca Carraro, Forschungsstipendiat am Institut für Öffentliches Recht, Völkerrecht und Gemeinschaftsrecht der Universität Padua, einen Gastvortrag an der Universität Innsbruck im Rahmen der Straf- und Strafverfahrensrechtsvorlesungen von Prof. Margareth Helfer.

Während dieses interessanten Vortrags beleuchtete Luca Carraro die beiden Facetten des ne bis in idem-Grundsatzes, sowohl in seiner materiell- als auch in seiner verfahrensrechtlichen Dimension.

Wie der Referent erläuterte, drückt sich der Grundsatz des materiellen ne bis in idem durch das Verbot einer Verurteilung (und einer Bestrafung) wegen derselben Tat aus, während das ne bis in idem in seiner verfahrensrechtlichen Bedeutung durch das Verbot der Eröffnung und Durchführung eines zweiten Verfahrens zu verstehen ist, wenn die Entscheidung eines ersten Verfahrens wegen derselben Tat bereits in Rechtskraft erwachsen ist.

Luca Carraro hat hervorgehoben, wie die Problematik der Wirksamkeit des ne bis in idem durch das Zusammenwirken zweier Faktoren verschärft wurde, nämlich durch die Ausweitung des Begriffs der Strafsachen und durch das Sanktionensystem der Zweispurigkeit.

In Italien gibt es keine Bestimmung, die sich ausdrücklich auf das materielle ne bis in idem bezieht, während das verfahrensrechtliche ne bis in idem in Art. 649 der Italienischen Strafprozessordnung verankert ist. Um eine Verdoppelung des Verfahrens und der Sanktionen zu vermeiden, muss daher berücksichtigt werden, was der Europäische Gerichtshof für Menschenrechte und der Gerichtshof der Europäischen Union diesbezüglich festgehalten haben. Die beiden Gerichtshöfe stützen sich dabei auf zwei unterschiedliche Rechtsvorschriften: auf den Art. 4 des 7. ZP zur EMRK und den Art. 50 der Charta der Grundrechte der Europäischen Union. Indem sie ihre eigene Auslegungsautonomie beanspruchen, kommen sie zu zwei unterschiedlichen Auffassungen des ne bis in idem.

Nachdem Luca Carraro auf einzelne Urteile des Europäischen Gerichtshofs für Menschenrechte eingegangen ist, stellte er fest, dass dieser diesen Grundsatz heute im Lichte der so genannten "Engel"-Kriterien (als Voraussetzung für die Einordnung unter den Begriff der matiére pènale) und des Kriteriums der "close connection" (für das ne bis in idem) interpretiert. Dieser Gerichtshof hat den Grundsatz des ne bis in idem in seiner Rechtsprechung in einer mal stärkeren, mal schwächeren Ausprägung verstanden. Im Gegensatz dazu legt der Gerichtshof der Europäischen Union das ne bis in idem linear zu seinen früheren Entscheidungen stark materiell aus. Wie Luca Carraro betont hat, vereint jedoch das Kriterium der Verhältnismäßigkeit die unterschiedlichen Ansichten der beiden Gerichtshöfe.

Daraufhin ging der Referent auch auf die interne Umsetzung des ne bis in idem ein, welche anfangs zurückhaltend verlief. Heute erfolgt die Umsetzung jedoch durch die Einbeziehung der verschiedenen Kriterien und ist daher eher durch einen "et-et"- als durch einen "aut-aut"-Ansatz gekennzeichnet.

Luca Carraro beendete seinen Vortrag, indem er noch einmal darauf hinwies, wie wichtig es sei, das ne bis in idem als Grundsatz und das Kriterium der Verhältnismäßigkeit als davon abgeleiteten Grundsatz zu verstehen. Dadurch würde in erster Linie das materielle und folglich auch das verfahrensrechtliche ne bis in idem geschützt werden.

Am Ende seines klaren und informativen Vortrags beantwortete Luca Carraro die ihm gestellten Fragen erschöpfend.       

03.04.2023 © Anna Calabrò

  • Nach oben scrollen